04apr
Dimissioni per fatti concludenti: le nuove regole per i datori di lavoro
Cosa prevede la nuova normativa?
Dal 12 gennaio 2025, se un lavoratore si assenta in modo ingiustificato per un periodo superiore a 15 giorni (o al diverso termine previsto dal CCNL di riferimento), il datore di lavoro può segnalare l’assenza all’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INL), che ha facoltà di verificarne la veridicità. In assenza di giustificazioni valide (ad esempio, cause di forza maggiore o impossibilità di comunicazione), il rapporto di lavoro si considera risolto automaticamente per volontà del lavoratore, senza la necessità di procedere con il tradizionale iter delle dimissioni telematiche.
Quali sono le conseguenze per datore di lavoro e dipendente?
Questa nuova disciplina comporta importanti effetti pratici:
- Il datore di lavoro non è tenuto a versare il contributo NASpI;
- Può trattenere dalle competenze di fine rapporto l’indennità di mancato preavviso;
- Il lavoratore non ha diritto alla NASpI, l’indennità di disoccupazione.
Come deve comportarsi il datore di lavoro?
Il datore di lavoro ha l’onere di comunicare all’ ispettorato del lavoro territorialmente competente, l’assenza ingiustificata del lavoratore. Sulla base della suddetta comunicazione, l’ INL ha la facoltà di avviare la verifica sulla veridicità della comunicazione pervenuta.
Conclusioni
Questa nuova disposizione introduce un cambiamento significativo nella gestione delle assenze ingiustificate, ponendo più responsabilità sui lavoratori e offrendo ai datori di lavoro uno strumento per contrastare fenomeni di abbandono del posto di lavoro senza preavviso. Resta da vedere come l’INL e i tribunali interpreteranno e applicheranno la normativa nella pratica.
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