Novità e Aggiornamenti

A partire già dal mese di gennaio 2023 le buste paga degli italiani diventeranno sempre più onerose per i datori di lavoro e per gli stessi dipendenti.

La causa che ha determinato un aumento dei costi sulla busta paga va riscontrata dell’aumento relativo ad alcune voci già esistenti sullo stipendio fino allo scorso anno.

Il principale cambiamento che ha di fatto influenzato l’arrivo di una busta paga più cara riguarda sicuramente la novità sulle regole delle quote contributive riconosciute per i datori di lavoro, in relazione al cosiddetto FIS, ovvero il Fondo D’Integrazione Salariale.

Va detto, infatti, che prima della Legge di Bilancio 2022, questo fondo coinvolgeva esclusivamente quelle aziende che avevano almeno cinque dipendenti. 

Ad oggi, invece, rientrano in tale Fondo anche quei datori di lavoro con un unico dipendente, nei casi in cui non appartengono ne alla cassa integrazione guadagni ordinaria ne tantomeno a quella straordinaria.

È sulla base di questa estensione della cassa integrazione verso tutti i datori di lavoro, che i dipendenti potranno ricevere l’assegno d’integrazione salariale, anche detto Ais. In tal senso, sarà necessario aggiungere all’interno della busta paga un’addizionale pari al 4% delle aliquote previste.

Ciò vuol dire che la busta paga sarà più cara sia per i datori di lavoro che sono tenuti a pagare la spesa di due terzi delle aliquote, che per i lavoratori dipendenti a cui si riferisce lo stipendio, per una spesa legata al restante terzo dell’aliquota.

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